Di Josh
L’anarchismo è spesso ritenuto un fenomeno occidentale recente. È vero però che le sue radici affondano nelle antiche civiltà orientali. La prima evidente espressione di un sentimento anarchico si può far risalire ai taoisti dell’antica Cina a partire dal sesto secolo a.C. La più importante opera taoista, il Tao te ching, si può considerare uno dei principali classici dell’anarchismo.
Puma Nero Infradito 3637383940 Donna Scarpe Epic Flip I taoisti di allora vivevano in una società feudale in cui si codificavano le leggi e il governo era sempre più centralizzato e burocratico. Confucio, il principale portavoce della scuola legalistica all’origine di questi sviluppi, sosteneva la necessità di una società gerarchica in cui ogni cittadino avesse una posizione ben definita. Da parte loro, i taoisti rigettavano la necessità di un governo e pensavano che si potesse vivere spontaneamente e naturalmente in armonia. È da allora che c’è contrasto tra chi vorrebbe le interferenze e chi pensa che le cose vadano meglio quando tutto è lasciato a sé.
Taoisti e confuciani appartenevano alla cultura cinese antica. Avevano un concetto simile della natura, ma differivano profondamente sulla morale e la politica. Entrambi avevano un atteggiamento di rispettosa fiducia verso la natura umana; non conoscevano la nozione cristiana di peccato originale. Entrambi credevano che gli esseri umani fossero predisposti al bene, come evidenziato dalla reazione istintiva quando si vede un bambino che cade in un pozzo. Entrambi dicevano di voler difendere il Tao e le consuetudini degli antichi, e cercavano di stabilire un ordine spontaneo.
Ma mentre i taoisti concentravano il loro interesse principalmente nella natura, con cui si identificavano, i confuciani erano più mondani e puntavano alla riforma della società. I confuciani esaltavano virtù tradizionalmente “maschili” come il dovere, la disciplina e l’obbedienza, mentre i taoisti coltivavano valori “femminili” come l’apertura mentale e la ricettività.
Pur avendo influenzato la cultura cinese tanto quanto il buddismo e il confucianesimo, la sua natura ha impedito al taoismo di diventare un culto ufficiale. È rimasto una corrente del pensiero cinese. Le sue origini risalgono alla prima cultura popolare cinese, ma è emerso solo nel sesto secolo a.C. come insieme di filosofia, religione, protoscienza e magia.
Lao Tzu, nome che significa “il vecchio filosofo”, è considerato l’esponente principale del taoismo. Nacque attorno al 604 a.C. da una famiglia nobile della provincia di Honan. Rifiutò l’eredità nobiliare e divenne curatore della biblioteca reale di Loh. Durante tutta la vita percorse la strada del silenzio: “Il Tao che si può raccontare non è il Tao eterno,” spiegava. Secondo una leggenda, mentre cavalcava nel deserto per andare a morire, un guardiano della Cina nord-occidentale lo convinse a mettere per iscritto i suoi insegnamenti per il bene dei posteri.
Appare però probabile che il Tao te ching, attribuito a Lao Tzu, non sia stato scritto prima del terzo secolo a.C. Lo studioso cinese Joseph Needham lo ha definito “l’opera indubbiamente più profonda e ammirevole mai scritta in lingua cinese.” Il testo consiste in ottantuno brevi capitoli in forma poetica. Sebbene spesso oscura e paradossale, l’opera è non solo la prima, ma anche la più eloquente esposizione dei principi anarchici.
Non si può apprezzare il messaggio etico e politico del taoismo senza prima aver capito la sua filosofia naturale. Il Tao te ching esalta il Tao, ovvero la via, della natura, e spiega che è bene che la persona saggia la segua. Il concetto taoista di natura si basa sull’antico principio culturale cinese dello yin e yang, le due forze cosmiche complementari che assieme formano il ch’i (energia-materia) alla base di tutti gli esseri e i fenomeni. Lo yin è il potere supremo femminile, caratterizzato da oscurità, freddo e passività e associato alla luna. Lo yang è la sua controparte mascolina caratterizzata dalla luce, il caldo e l’attività e si identifica con il sole. Assieme operano sugli uomini, le donne e tutte le cose.
Il Tao in sé, però, non può essere definito. Non ha né nome né forma. Lao Tzu, nel tentativo inutile di descrivere ciò che è ineffabile, lo paragona ad un vaso vuoto, un fiume che scorre verso il mare e un blocco di pietra che non è stato scolpito. Il Tao, dice, segue ciò che è naturale. È il modo di funzionare dell’universo, l’ordine della natura che dà essenza e sostiene ogni cosa.
Il grande Tao fluisce ovunque, a destra come a sinistra. Diecimila cose dipendono dal Tao, che non trattiene nulla. Svolge il suo compito in silenzio e senza onori.
Needham lo descrive non tanto come una forza, quanto come “una sorta di curvatura naturale nello spazio e nel tempo”.
Come molti anarchici più recenti, i taoisti vedono l’universo come un flusso infinito. La realtà è un processo: tutto cambia e nulla è costante. Del cambiamento hanno un concetto dialettico, lo vedono come l’interazione di forze opposte. L’energia fluisce continuamente tra i due poli dello yin e dello yang. Allo stesso tempo evidenziano l’unità e l’armonia della natura. La natura basta a se stessa, non è creata: non occorre postulare un creatore conscio. Concetti che ricordano il filosofo greco Eraclito, ma che coincidono anche con il modo di descrivere l’universo della moderna fisica. La moderna ecologia sociale, con la sua esaltazione dell’unità nella diversità, della crescita spontanea e dell’ordine naturale, riflette ancora meglio la concezione taoista dell’universo.
Lao Tzu e i taoisti raccomandano un approccio passivo alla natura. Se il confuciano vuole conquistare e sfruttare la natura, il taoista cerca di contemplarla e capirla. Dall’approccio tradizionalmente “femminile” alla natura si intuisce che si tratta di un pensiero nato in una originaria società matriarcale. A prima vista potrebbe apparire un atteggiamento religioso; in effetti promuove una visione scientifica e democratica. Astenendosi dall’imporre preconcetti, i taoisti riuscirono ad osservare e capire la natura, canalizzandone l’energia per trarne beneficio.
I taoisti sono interessati principalmente alla natura, ma la loro concezione dell’universo porta con sé importanti corollari per la società. Emerge un sistema etico e politico definito. Il taoismo non ha valori assoluti perché bene e male, come yin e yang, sono in relazione tra loro. La loro interazione è necessaria alla crescita, e spesso per arrivare ad un certo fine occorre partire dall’opposto. Ciononostante, dagli insegnamenti taoisti emerge un ideale di persona saggia senza presunzione, sincera, spontanea, generosa e distaccata. Per i taoisti, l’arte del vivere è nella semplicità, nell’assenza di prevaricazione e nell’atto creativo.
Al centro dell’insegnamento taoista è il concetto di wu-wei, spesso tradotto semplicemente “non azione”. Esiste una forte somiglianza tra “anarchismo” e “wu-wei”. Come “an-archos” in greco significa senza governo, così wu-wei significa senza wei, laddove la parola wei si riferisce a qualunque “attività artificiale, non spontanea, che interferisce con lo sviluppo naturale spontaneo”. Politicamente, wei è l’imposizione di un’autorità. Dunque fare qualcosa seguendo il principio del wu-wei è considerato naturale, causa di un ordine spontaneo. Niente a che vedere con l’imposizione autoritaria di qualsiasi genere.
Cappotto Stileo Autunno Collezioni Neri Gioelaura Armani it rw6X8qrIl Tao te ching spiega molto chiaramente la natura della violenza. Quando usiamo la violenza, fisica o morale, per migliorare noi stessi o il mondo, non facciamo che sprecare energie e indebolirci: “alla violenza segue una perdita di energie”. Chi provoca una guerra ne soffre le conseguenze: “le persone violente muoiono di morte violenta”. L’accettazione, al contrario, è spesso il modo migliore per avere la meglio: “Niente sotto il cielo è più soffice e cedevole dell’acqua. Ma niente è meglio quando si vuole attaccare ciò che è solido e forte; non ha eguali. I deboli possono vincere i forti, e chi si flette può vincere chi è rigido.” La vita serena e pacifica suggerita dai taoisti non è una forma di sottomissione rassegnata, ma l’incitamento ad un uso creativo e efficiente dell’energia.
“Astenetevi dall’agire. Lavorate senza fare,” suggerisce Lao Tzu. Seguendo il concetto di wu-wei, i taoisti non incitano alla non azione nel senso di inerzia, ma condannano l’attività contro la natura. Non elogiano l’ozio, ma il lavoro senza fatica, ansia e complicazioni, il lavoro che va con, non contro, l’essenza delle cose. Se la persona praticasse il wu-wei con il giusto spirito, il lavoro perderebbe il suo aspetto costrittivo. Il lavoro attirerebbe non per il risultato ma per il suo valore in sé. Non sarebbe evitato come la peste, ma trasformato in un gioco spontaneo e pieno di significato: “Quando un’azione si svolge senza parole inutili, la persona dice: ‘L’ho fatto io!’.”
Se le persone seguissero i loro consigli, dicono i taoisti, vivrebbero a lungo e in buona salute fisica e mentale. Uno dei loro principi fondamentali è che “tutto ciò che va contro il Tao non dura”, ma chi è pieno di virtù è come un neonato. Per allungare la vita, i taoisti ricorrevano a tecniche simili allo yoga e anche all’alchimia.
Al cuore dei loro insegnamenti, uno dei principi più importanti era la convinzione secondo cui “Il mondo si governa lasciando che le cose facciano il loro corso. Non si può governare con l’interferenza.” Le radici più profonde del concetto taoista di wu-wei affondano probabilmente nelle prime società matriarcali dell’antica Cina. L’ideale taoista è una forma di collettivismo agrario che cerca di riprendersi quella unità istintiva con la natura che gli esseri umani hanno perso con lo sviluppo di una cultura artificiale e gerarchica. Per molti versi, il contadino ha una sua saggezza naturale. Sa, per esperienza, che non bisogna andare contro la natura, e sa anche che per far crescere le piante bisogna cooperare con i processi naturali e capirli. E come le piante crescono meglio quando le si lascia seguire la loro natura, così gli umani vivono tanto meglio quanto meno si interferisce con loro. Fu questa intuizione che portò i taoisti a rifiutare qualunque forma di governo, stato o autorità imposta. Ecco perché sono i precursori del moderno anarchismo e dell’ecologia sociale.
Qualcuno sostiene che il taoismo non rifiuta lo stato in quanto struttura artificiale, ma piuttosto ci vede un’istituzione naturale, analoga forse alla famiglia. Pur essendo indubbiamente contrario ad un governo autoritario, a volte il Tao te ching sembra intento a consigliare chi governa su come governare meglio:
Il saggio che guida il popolo deve servire con umiltà. Se vuole essere una guida, è bene che sia lui a seguire. Così la gente non si sente oppressa dal governo del saggio.
Bookchin arriva a dire che il taoismo era lo strumento di un’élite per rendere arrendevoli i contadini negando loro speranze e libertà di scelta.
Ceprask Plus Size Nuove Lungo Donne Invernale Giacca Cappotto rSqxrwAn8RCerto Lao Tzu affronta il problema del governo e chiede che il vero saggio agisca con la gente e non sulla gente. Il miglior governante è chi lascia che il suo popolo prosegua in pace e con profitto la propria attività. Deve fidarsi della loro buona fede perché “Chi non si fida non ottiene fiducia”. Se un governante interferisce con la vita del suo popolo, invece di lasciare che vada per la sua strada, ne nascerà disordine: “Quando il paese è nel caos, ecco che compaiono i ministri del potere”. In una società armoniosa,
Gli uomini seguono la terra.
La terra segue il cielo.
Il cielo segue il Tao.
Il Tao segue ciò che è naturale.
Ad una lettura attenta si capisce che il Tao te ching non vuole offrire consigli machiavellici ai governanti, né è interessato all’“arte del governo”. Chi segue attentamente il Tao e lo applica al governo arriva alla conclusione inevitabile che il miglior governo è quello che non governa affatto. Secondo Lao Tzu da un governo può venire solo il male. È suo quello che è praticamente il primo manifesto anarchico:
Più le leggi e le restrizioni,
E più povere le persone.
E più si affilano le armi
E più prolificano i problemi.
Più gli uomini sono ingegnosi e intelligenti,
E più cose strane accadono.
Più sono le regole e le leggi,
E più sono i ladri e gli assassini.
Perciò il saggio dice:
Non agisco e le persone si ravvedono.
Sono in pace e le persone diventano oneste.
Non faccio nulla e le persone si arricchiscono.
Non desidero e le persone tornano ad un vita buona e semplice.
La stupenda poetica del Tao te ching contiene un’attualissima critica sociale. Il Tao critica pesantemente la natura burocratica, bellica e gretta dell’ordine feudale. Lao Tzu considera specificamente la proprietà come una forma di furto: “Quando le corti sono ammantate di splendore, i campi sono invasi dalle erbacce, e i granai sono vuoti.” Fa risalire le cause della guerra ad una distribuzione iniqua [della ricchezza]: “Cerca ricchezze e titoli nobiliari e troverai disastri”. Dopo aver attaccato il feudalesimo, con le sue classi e la proprietà privata, offre l’ideale di una società senza classi, senza governo e senza patriarcato, una società in cui le persone possano vivere una vita semplice e sincera in armonia con la natura. Una società decentrata in cui i beni sono prodotti e condivisi in comune con l’aiuto delle tecnologie appropriate. Le persone sono forti senza il bisogno di sfoggiare la loro forza; sagge senza apprendimento scolastico; produttive senza faticare più del necessario. L’abaco è preferibile ai libri mastri.
Un piccolo paese ha pochi abitanti.
Ci sono macchine che lavorano dieci, cento volte più veloci dell’uomo, ma sono inutili.
Gli uomini prendono seriamente la morte e non viaggiano lontano.
Hanno navi e carri, ma nessuno li usa.
3637383940 Flip Infradito Puma Scarpe Epic Nero Donna Hanno armi e corazze, ma nessuno le sfoggia.
L’uomo torna all’abaco e lascia i libri mastri.
Mangia semplice e buono, veste elegante e semplice, e la sua casa è solida.
Ed è felice così.
E ha tanti vicini di casa,
E il canto del gallo e lo schiamazzo dei cani arriva a lui,
Ma tutti vivono in pace, e in pace crescono e muoiono.
Le tendenze anarchiche del taoismo si fanno sentire ancora più forti negli scritti del filosofo Chuang Tzu, vissuto tra il 369 e il 286 a.C. circa. La sua opera consiste in argomentazioni punteggiate di aneddoti e parabole che illustrano la natura del Tao, il grande processo naturale di cui l’uomo è parte. Nel suo uditorio non ci sono persone di governo. Al pari del Tao te ching, rifiuta ogni forma di governo ed esalta l’esistenza libera dell’individuo che si governa da sé. Il carattere generale dell’opera si ritrova condensato in una piccola parabola sui cavalli:
I cavalli vivono nella terra arida, mangiano erba e bevono acqua. Si strofinano il collo a vicenda quando gli va di farlo. Quando sono arrabbiati corrono in tondo e scalciano contro gli altri. E sono guidati dalla loro natura. Ma mettete loro briglie e morsi, e una placca metallica sulla fronte, e impareranno a guardare torvi, e volteranno la testa per mordere, per ribellarsi, per liberarsi del morso e le briglie. Ed è così che si corrompe la loro natura.
Accade ai cavalli quello che accade agli uomini. Lasciati a sé, vivono nell’armonia naturale e nell’ordine spontaneo. Ma sotto la costrizione e la legge la loro natura si corrompe. Per questo principi e governanti non devono obbligarli ad obbedire alle loro leggi artificiali, ma lasciare che seguano la loro disposizione naturale. Cercare di governare le persone con leggi e regolamenti inventati dall’uomo è assurdo e impossibile: “come guadare il mare, tagliare l’acqua di un fiume o caricare una montagna su una zanzara!” In realtà, la nostra esistenza così com’è in natura non ha bisogno di puntelli artificiali. Lasciate a sé, le persone perseguono da sole le loro attività pacifiche e produttive e vivono in armonia con gli altri e con la natura.
Nel saggio “Sulla Spontaneità”, Chuang Tzu espone, trecento anni prima di Cristo, il concetto fondamentale del pensiero anarchico, che riecheggia nel corso della storia da allora:
“L’uomo può essere lasciato vivere la sua vita; la necessità di un governo non è mai esistita. Bisogna lasciare che l’uomo viva la sua vita, per paura che la sua natura si corrompa e la sua virtù si perda. Ma se la sua natura non si corrompe e la sua virtù non si perde, a cosa serve un governo?
Perciò il taoismo lotta per una società libera e senza governo, in cui l’individuo sia padrone di se stesso. Ma mentre persegue il proprio interesse, l’individuo non dimentica l’interesse altrui. Il taoismo non vuole un egoismo insensibile. Nel perseguimento del proprio benessere rientra la preoccupazione per il benessere generale: più si fa per gli altri e più si ha; e più si dà agli altri e più cresce l’abbondanza. Come dice l’opera taoista Huai Nan Tzu: “Realizzare se stessi significa possedere un impero. Se io realizzo me stesso, l’impero realizza me. Se io e l’impero ci realizziamo a vicenda, saremo sempre padroni l’uno dell’altro.”
La natura umana è individualista, ma l’uomo è anche una creatura sociale, parte del tutto. Anticipando la moderna ecologia, i taoisti pensavano che l’armonia potesse svilupparsi solo coltivando l’individualità e la diversità. L’ordine spontaneo di una società non esclude il conflitto, ma comprende un’interazione dinamica di forze opposte. Chuang Tzu descrive la società come…
l’accordo tra un certo numero di famiglie e individui che decidono di rispettare certe convenzioni. Elementi discordanti si uniscono in un insieme armonico. Togliete questa unità e ognuno è un individuo separato… A fare grande una montagna sono singole particelle. A fare grande un fiume sono singole gocce. Chi vede le singole parti dal punto di vista dell’insieme è una persona giusta.
Il taoismo offre così la prima espressione, una delle più persuasive, del pensiero anarchico. Le sue idee morali e politiche nascono da una visione scientifica del mondo. Anche se la filosofia taoista (Tao chia) contiene elementi spirituali e mistici, l’approccio aperto alla natura dei primi taoisti promuove l’atteggiamento scientifico e il sentire democratico. Nella natura e nella mutazione di ogni cosa i taoisti vedevano unità nella diversità. In campo etico, incoraggiavano la spontaneità e lo sviluppo di sé nel contesto più ampio della natura: produzione senza possesso, azione senza sopraffazione e sviluppo senza dominio. In campo politico, non solo chiedevano ai governanti di lasciare a sé i loro sudditi e si opponevano agli insegnamenti burocratici e legalistici dei confuciani, ma proponevano un’ideale società libera, senza governi e in armonia con la natura.
Il taoismo non era promosso da un’élite che voleva rendere i contadini più docili e obbedienti. Il taoismo aveva come sfondo le modeste classi medie, tra i signori feudali e la massa contadina. Non offriva consigli su come sopravvivere ad una crisi cedendo al volere dei forti, tenendo un basso profilo e occupandosi delle cose proprie. Al contrario, il taoismo rappresentava la filosofia di chi capiva la natura del potere temporale, della ricchezza, dello status, abbastanza bene da conoscerne i profondi difetti. Lungi dall’essere una filosofia della sconfitta o del quieto vivere, il taoismo offre una visione saggia profonda e radicale a chi vuole sviluppare il proprio essere in piena armonia.
Ma la speranza resiste ~ Bianca Menichelli
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Peanuts rappresenta il mondo come potrebbe essere: un mondo senza leader, senza figure autoritarie repressive, senza persone che danno ordini ad ogni piè sospinto. ~ Winter Trabex
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Credere che raccogliere sempre più dati fattuali conduca inevitabilmente alla verità è diventato una superstizione ~ Erich Fromm
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